
DAZI USA, ACCORDO È PRIMO PASSO, ORA TAVOLO NEGOZIALE CONTINUI.
INTERVENIRE SU GREEN DEAL PER TUTELARE IMPRESE.
È importante che si sia evitata una guerra commerciale con gli Stati Uniti. L’intesa raggiunta tra UE e USA rappresenta un primo passo positivo, che ha scongiurato l’imposizione di dazi insostenibili per le imprese italiane ed europee. Ma non basta: ora bisogna continuare a trattare con determinazione per raggiungere un’intesa di lungo periodo che porti a dazi zero o quanto meno a una soglia naturale. Perché ogni barriera commerciale colpisce proprio chi, come il Veneto e Vicenza, esporta valore, know-how, e crea occupazione e futuro.
Nel 2023, l’export della sola provincia di Vicenza verso gli Stati Uniti ha superato i 2 miliardi di euro, con un’incidenza del 15,5% sul totale. Ma nei primi mesi del 2024, a causa dell’instabilità commerciale, il calo ha sfiorato i 200 milioni di euro, pari al -9,4%, colpendo settori chiave come meccanica, moda, agroalimentare e chimica. Non possiamo permetterci di perdere mercati così strategici.
Il danno alle imprese non arriva solo dai dazi USA, ma da quelli interni creati dalla stessa Unione Europea. Le norme ideologiche del Green Deal, sostenute a lungo proprio dalla Sinistra che oggi si straccia le vesti per le barriere americane, hanno introdotto vincoli insostenibili e costi sproporzionati per le nostre aziende, specialmente per l’energia, senza risultati concreti per l’ambiente. È ora di dirlo chiaramente: il Green Deal è la misura più dannosa mai imposta all’economia europea.
Non si può da un lato criticare le chiusure americane, e dall’altro continuare a imporre in casa nostra vincoli che fanno fuggire investimenti, spingono alla delocalizzazione e riducono l’occupazione. In Europa serve realismo, non ideologia. Bisogna tornare a una politica industriale vera, concreta, fondata sull’innovazione e sulla competitività – non sulla colpevolizzazione delle imprese.
Avanti sulla strada tracciata dal Governo Meloni: trattare con determinazione con gli Stati Uniti per ridurre i dazi, e allo stesso tempo lavorare con forza a sostegno delle nostre imprese, liberandole da vincoli insostenibili. L’Unione Europea recepisca il messaggio: servono meno ideologia e più realismo per difendere il lavoro, la competitività e il futuro del nostro sistema produttivo.
