
Meccanica e metalmeccanica trainano l’occupazione: servono formazione mirata, tutele strategiche e investimenti per difendere il cuore produttivo del Veneto
Difendere chi crea valore significa difendere il futuro.
Lo dicono chiaramente i dati di Veneto Lavoro: settori come la meccanica e la metalmeccanica sono oggi tra i veri motori dell’occupazione nella nostra regione. Nel primo semestre del 2025, il comparto industriale ha registrato un saldo occupazionale tra i migliori dell’ultimo anno, con 9.425 assunzioni nette contro le 8.285 dello stesso periodo del 2024, spinte in particolare dalla meccanica e metalmeccanica, che da sole hanno segnato un incremento netto di oltre 2.750 unità Parliamo di comparti che, anche in un contesto complesso, registrano saldi nettamente positivi, segno di una vitalità economica che va sostenuta con decisione.
Non basta però constatare questi risultati: dobbiamo agire. In questi mesi ho avuto modo di visitare molte aziende, ascoltare imprenditori e operatori del settore, e ovunque è emerso con forza un punto: serve manodopera qualificata, formata, pronta a rispondere alle esigenze di un mercato altamente specializzato. È il tema più sentito, trasversalmente, da chi oggi crea lavoro.
Il Veneto è già un polo di eccellenza nazionale nella formazione tecnica, grazie ai percorsi degli ITS e degli istituti tecnici. Ma serve fare un ulteriore salto di qualità, rafforzando il collegamento tra scuola e impresa, e accompagnando i giovani verso percorsi professionali che non solo offrono occupazione stabile, ma garantiscono anche dignità e soddisfazione personale.
Settori che non si accontentano della quantità, ma cercano qualità, talento, dedizione. La politica ha il dovere di accompagnare questa domanda con politiche formative all’altezza, capaci di intercettare i bisogni reali del tessuto produttivo.
Infine, questi dati confermano ciò che sosteniamo da tempo: è urgente intervenire, a tutti i livelli istituzionali, sui temi del Green Deal europeo e dei dazi. La tutela del comparto meccanico e metalmeccanico, così come di tutta l’industria manifatturiera veneta, passa anche attraverso la difesa strategica del nostro sistema produttivo.
L’Italia non può permettersi di diventare un Paese che vive solo di terziario. Se il turismo e i servizi sono un asset importante, non possiamo dimenticare che la nostra economia deve restare anche un’economia pesante, che produce, costruisce, innova. Difendere chi crea valore significa difendere il futuro.
