
SERVE UN TURISMO DELLA PERMANENZA CHE VALORIZZI VICENZA E TUTTA LA PROVINCIA
Il nostro obiettivo deve essere un turismo che crei lavoro, sostenga le imprese locali, promuova identità e qualità.
Oltre 2.000 turisti al giorno nel 2025, ma la sfida ora è trattenerli. La Regione deve sostenere un nuovo modello di turismo diffuso e integrato.
I dati registrati nei primi cinque mesi del 2025 — oltre 820.000 arrivi, in crescita del +7% rispetto al 2024 — dimostrano che il Vicentino è tornato al centro delle rotte turistiche, ma aprono anche una questione cruciale: che tipo di turismo vogliamo costruire per il futuro del nostro territorio? La vera sfida non è solo far arrivare i turisti, ma farli restare, far vivere loro un’esperienza piena, autentica e integrata tra città e provincia.
È necessario un piano regionale per un turismo della permanenza, capace di promuovere un modello sostenibile, identitario e ad alto valore aggiunto per l’economia locale. Oggi Vicenza è spesso vissuta come una meta da toccata e fuga, da vedere in giornata. Eppure il capoluogo offre esperienze culturali straordinarie: dal Teatro Olimpico alle Gallerie d’Italia, da Monte Berico alla Basilica Palladiana, senza dimenticare i percorsi del gusto, i negozi storici, le chiese, i musei e i quartieri ricchi di fascino. Una città da vivere, non da attraversare.
È altrettanto fondamentale valorizzare le eccellenze della provincia, per costruire un sistema turistico diffuso e connesso. Il Vicentino è un territorio straordinario, con un’offerta che spazia dalla storia al paesaggio, dallo sport alla cultura. Penso a Marostica, con la sua piazza degli scacchi e le mura medievali; a Recoaro Terme, che merita una nuova stagione turistica legata al benessere; ad Asiago e all’Altopiano, che uniscono natura, storia e qualità dell’accoglienza; a Lonigo e Barbarano, cuore dei Colli Berici e dell’enogastronomia vicentina; a Montecchio Maggiore, con i castelli di Giulietta e Romeo. E naturalmente a Bassano del Grappa, meta già riconosciuta ma che può diventare hub strategico del turismo pedemontano, grazie anche ai collegamenti ferroviari e cicloturistici.
Da qui la proposta politica: una nuova governance regionale sul turismo, capace di coordinare i territori, promuovere percorsi tematici, investire in infrastrutture leggere e strumenti digitali, sostenere la ricettività locale e costruire una narrazione comune. Serve una regia pubblica che metta a sistema i punti di forza del Vicentino. Il nostro obiettivo deve essere un turismo che crei lavoro, sostenga le imprese locali, promuova identità e qualità. Vicenza non può più essere solo una tappa: deve essere una destinazione.
